Talea di Oleandro: Come Ottenerla e Piantarla

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L'oleandro è una pianta sempreverde che appartiene alla famiglia delle Apocynaceae, probabilmente affonda le sue radici in Asia, seppur cresca ora spontaneamente e sia di facile coltivazione prevalentemente nelle zone mediterranee. Questa pianta, dai noti e splendidi fiori principalmente sui toni del rosa e del bianco, a seconda della specie, è molto utilizzata e comune nei giardini nostrani oppure in vaso su balconi e terrazze, proprio per il suo grande potere ornamentale e per i suoi stessi vantaggi, primo fra tutti la bassa manutenzione e la resistenza anche ad alte temperature

Una delle tecniche più diffuse per moltiplicarne la bellezza e diffondere questo splendido fiore in tutta la zona outdoor è senza dubbio la talea di oleandro: un sistema di riproduzione che prevede il taglio di frammenti di pianta da lasciar riposare in acqua o terreno, con l'obiettivo di dar vita a nuove radici e boccioli, proprio sfruttando il principio vegetale di rigenerazione delle parti mancanti.

Ma come effettuare la talea di oleandro? Come coltivarlo al meglio, potarlo e prendersene cura per evitare l'insorgere delle malattie più frequenti? Ne parliamo proprio in questo Libro delle idee.

1. Talea di oleandro: moltiplicare la bellezza

Sono tante le qualità dell'oleandro, pianta sempreverde dai tipici fiori variopinti e dal carattere particolarmente ornamentale. Tra le principali, troviamo:

  1. la sua grande resistenza alle alte temperature, prerogativa che lo rende adattissimo anche alla decorazione di spazi outdoor e balconi in stagioni estive dal clima torrido;
  2. indipendenza che non richiede una cura troppo impegnativa.

I fiori di oleandro risultano pertanto ideali in giardini a bassa manutenzione o, più in generale, per chi desidera la massima funzionalità associata ad un aspetto visivo di grande impatto. Seppur la sua fioritura sia tendenzialmente abbondante e persistente, dalla primavera all'autunno inoltrato è in ogni caso possibile implementarne la quantità e dar vita così ad una vegetazione più nutrita e florida proprio grazie alla propagazione per talea. 

La talea di oleandro rappresenta infatti un ottimo modo di moltiplicazione dei suoi fiori, nonchè della sua presenza scenica, specialmente quando si intende arricchire ulteriormente il giardino con nuovi boccioli, che siano piantati a terra o in vaso. Inoltre, la talea è indicata per ogni tipologia di oleandro reperibile in commercio, da quella a fiore semplice a quella a fiore semidoppio o doppio, e si rivela decisamente facile da praticare, preferibilmente a partire dal periodo pre-estivo, e in particolare tra i mesi di giugno e luglio per ottenere i risultati migliori. 

Vediamo ora come effettuare la talea di oleandro.

2. Talea di oleandro: come procedere

Approfondiamo, dunque, l'iter da seguire per effettuare una corretta talea di oleandro, passo dopo passo. Per prima cosa è necessario indossare un paio di guanti da giardinaggio per evitare il contatto diretto con la pianta in quanto velenosa. Dai semi ai fiori, l'oleandro contiene infatti l'oleandrina, sostanza dannosa per il corpo umano in maniera più e meno significativa e, in particolare, a livello cardiaco. Durante la talea è quindi doveroso maneggiare tutte le parti della pianta con estrema attenzione e appunto, con le giuste precauzioni. 

  1. Per iniziare, si dovranno tagliare con cesoie da giardino opportunamente disinfettate alcuni rami giovani, meglio se mai fioriti, della lunghezza di circa 15 cm, ideali per un più adeguato radicamento successivo della pianta. 
  2. Ai rami, andranno prelevate tutte le foglie per far sì che la superficie di ciascuna talea di oleandro sia fertile e ricettiva; successivamente si dovrà predisporre il corretto habitat per la radicazione, preparando un contenitore capiente e riempiendolo d'acqua. 
  3. Per intensificare e velocizzare il processo di radicazione delle talee, sarà inoltre possibile proprio in questa fase, aggiungere all'acqua del fertilizzante specifico a base di alghe oppure cospargere le talee stesse dei cosiddetti ormoni radicanti, accertandosi che siano prodotti mirati per la pianta in questione. 
  4. Le talee lasciate riposare in acqua formeranno così nuove radici, e al raggiungimento di circa 3 cm di lunghezza, saranno pronte per il trasferimento in un recipiente pieno di terriccio universale e sabbia. 
  5. Una volta interrate le talee di oleandro, sarà necessario tenere il composto ben innaffiato e aspettare circa una ventina di giorni per un attecchimento pressochè sicuro delle nuove radici verificabile tramite il monitoraggio di nuovi germogli e rispettiva fioritura nei mesi primaverili. 
  6. Dopo aver ottenuto il risultato desiderato, sarà possibile mettere a dimora le piante di oleandro nate dalla moltiplicazione per talea, sia in vaso che in piena terra.

3. Oleandro: coltivazione e irrigazione

Giunti a questo punto e ottenuti germogli sani di oleandro per talea, è importante preservarne la salute e la bellezza, ponendo attenzione alla giusta coltivazione e cura di questa splendida e vivace pianta. Come accennato poco fa, l'oleandro presenta il grande vantaggio di non richiedere manutenzione impegnativa: il suo posizionamento, ad esempio, è già di per sè un fattore determinante per la sua crescita e durata in salute. Nel corso delle stagioni a clima rigido, l'oleandro andrà perciò riparato dal freddo e dall'eventuale gelo anche tramite pacciamature o teli di copertura, mentre dovrà essere esposto al caldo e, quando possibile, al sole, una volta tornata la bella stagione. Questa condizione garantirà così una fioritura considerevole e ottimale con il solo ausilio di una costante innaffiatura, specialmente per i primi due anni di vita della pianta. 

La coltivazione dell'oleandro non pone peraltro nemmeno particolari vincoli formali o dimensionali, consentendo così la scelta tra la messa a dimora in giardino, all'interno di siepi e cespugli da terra, e la coltivazione in vaso, dal più ampio al più piccolo, per arricchire balconi, verande e pergolati. Bisogna, tuttavia, tenere conto che la pianta di oleandro può raggiungere grandi altezze, addirittura superiori ai 5 metri, da monitorare e sistemare costantemente a fronte di specifiche esigenze ambientali. L'oleandro in vaso richiede inoltre una più costante innaffiatura e un buon drenaggio dell'acqua che rende preferibile l'utilizzo di recipienti e vasi rialzati. 

4. Oleandro: potatura

Anche la potatura dell'oleandro si rivela un metodo efficace per il suo buon mantenimento, al contrario, se lasciato incolto e non regolato, potrebbero più facilmente sopraggiungere parassiti dannosi per la sua salute. La potatura consente, inoltre, di far prendere aria a tutte le parti, anche quelle interne e più nascoste e permette ai fiori, anche ottenuti tramite talea, di rigenerarsi nel miglior modo. Se mal praticata, tuttavia, la potatura dell'oleandro può indebolire e provocare danni ma soprattutto esporre la pianta all'attacco di funghi e altri agenti infestanti. Il periodo più indicato per la potatura dell'oleandro è quello seguente alla sua fioritura, e che oscilla cioè tra fine estate e autunno, seppur ogni clima e ogni regione del Paese influenzi il periodo.

Inizialmente, la procedura corretta per ottenere un buon risultato nel periodo post-fioritura è la potatura contenitiva che prevede un accorciamento di tutti i rami. Successivamente, è necessario effettuare il taglio alla base, con il rigoroso utilizzo di guanti da giardinaggio, di rami secchi e deboli o addirrittura malati, per implementare la nascita di futuri boccioli.

Nel caso in cui il clima risultasse però troppo variabile e non consueto rispetto alla media stagionale, si potrebbe rivelare utile attendere anche metà febbraio per una potatura adeguata.

5. Oleandro: malattie e cura

Abbiamo detto che la potatura, se ben eseguita, associata ad un buon drenaggio del terreno in cui è coltivato l'oleandro, può prevenire significativamente le più comuni malattie della pianta, specialmente quelle a origine fungina, ma approfondiamole meglio per vedere quali sono. Tra le più diffuse troviamo la septoriosi, che provoca macule scure sulla superficie delle foglie solitamente accumulate verso i bordi, e la cosiddetta rogna, che penetra attraverso vasi linfatici danneggiati da scorrette manutenzioni o indebolimenti e da curare dapprima con il taglio dei rami infetti e in seguito, con la somministrazione di un fungicida a base rame.

Anche i parassiti animali possono rivelarsi dannosissimi per la salute dell'oleandro. Uno di questi, ad esempio, è proprio il ragnetto rosso, che succhiando la linfa della pianta ne causa l'indebolimento sino alla necrosi, seguito dalla cocciniglia cotonosa, di più difficile monitoraggio in quanto pressochè invisibile ad occhio nudo ma con tipici sintomi riconoscibili come la decolorazione delle foglie con caduta conseguente. In presenza di parassiti animali, è possibile combattere la loro azione con specifici insetticidi reperibili facilmente in commercio. 

Ad ogni modo, una corretta manutenzione della pianta, a partire dalla pratica della talea di oleandro fino alla sua innaffiatura regolare ma non eccessiva e della sua accurata potatura, può senza dubbio arginare il rischio di attacco da parassiti e funghi. 

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